Un sorpasso freddo come la Finlandia
- virtualmediaracing
- 17 mag 2019
- Tempo di lettura: 4 min
Come fanno alcune gare a rimanere negli annali grazie anche a pochi secondi che ci hanno lasciato in quel limbo tra incredulità e estasi, quando magari per il 90% la gara è stata piatta o comunque senza grandi colpi di scena?
Perché in quei pochi attimi è racchiuso tutto ciò che noi bramiamo, l’adrenalina, lo spettacolo, la tenacia, il coraggio. Basta pensare al sorpasso fatto da Zanardi in Formula CART al Corkscrew (Cavatappi per noi italiani) nel 96’. Stesso sorpasso fatto da Rossi a Stoner, sempre a Laguna Seca, sempre nello stesso punto.
Un sorpasso considerato impossibile su due ruote, immaginate su quattro. Una monoposto che si fionda lì, all’ultimo giro, Zanardi stacca più tardi, forse troppo e si trova all’apice del cavatappi quando alla sua sinistra non si vede altro che il vuoto. Ma a lui frega ben poco e ha deciso che quel sorpasso s'adda fare, quindi si scende in picchiata, però
come già detto prima la staccata non è delle migliori e allora si ritrova con l’auto quasi verticale con due ruote nella sabbia e le altre due su quella macchia di asfalto rimasta e Zanna, incurante di tutto scoda in uscita che manco McRae compiendo uno dei sorpassi più belli della storia.

Ma questo è solo uno dei sorpassi che hanno segnato la storia del Motorsport, basta citare circuito e anno e la nostra menta sa già quale episodio ricercare. Non ci credete? Monaco 84’, Ungheria 86’, Suzuka 89’, Brasile 91’, Adelaide 94’, Spa 98’…
I più attenti si saranno accorti che queste gare non sono state messe senza un ordine preciso e che ne manca un momento che ha segnato il nuovo millennio, quello definito da molti il più bel sorpasso della storia… SPA 2000.
27 agosto 2000, Campionato mondiale di Formula 1, Spa Francorchamps, Belgio.
Mika Hakkinen, forte dei due mondiali vinti consecutivamente (1998-1999) riesce a sopravanzare uno Shumacher molto molto veloce nella prima parte di campionato di soli due punti. In qualifica il finlandese riesce a fare sua la pole, rifilando bel sette decimi ad un sorprendente Jarno trulli su Jordan. Il tedesco solo quarto.
La pioggia scende in maniera incessante sulle Ardenne, ma nonostante ciò si parte senza grandi problemi, a differenza della partenza di due anni prima, sullo stesso circuito. Hakkinen ne approfitta cercando di creare un gap tra se e il resto del gruppo, d’altro canto il Kaiser rimontava e la sua aura era così potente da impensierire Hakkinen, che si proietta con la mente nei famosi salti della Finlandia, peccato però stia guidando una monoposto, non una WRC e così in uscita dalla curva Stavelot si fa cento metri di traverso che si concludono con una quasi-testacoda, mentre Shumacher passa alla sua sinistra, sapendo di aver innescato quel testacoda un decimo alla volta, giro dopo giro, col suo muso rosso che si faceva sempre più grande in quegli specchietti grigi, ed è qui che inizia il capolavoro finnico.

Hakkinen in men che non si dica riacquista lucidità e si rimette alle calcagna del tedesco, come se girandosi si fosse tolto un enorme peso, segnando giri veloci su giri veloci, a poche tornate dal termine. Oramai è lì e fa il primo timido tentativo sul rettilineo del Kemmel, peccato che il Kaiser non sia d’accordo e con i modi delicati che l’hanno sempre contraddistinto lo spinge quasi nell’erba a 300 all’ora, riuscendo a far arrabbiare persino il buon Mika, che con compostezza lo manda a quel paese.
Così Hakkinen capisce che questo sorpasso non può essere qualcosa di improvvisato e resta dietro al tedesco per studiarlo ancora un giro, uno soltanto, fino a quando… il colpo di genio!
Stessa situazione, forse una decina di metri meno distante, Schumacher esce da Eau Rouge, Radillion e subito dopo anche il finlandese, più deciso che mai. Mika recupera metri su metri grazie alla scia e arrivati quasi alla fine del Kemmel si trovano una macchina più lenta di loro, un doppiaggio come un altro avranno pensato. Intanto il pilota in questione, il brasiliano Zonta, si vede sti due caccia bombardieri arrivare in maniera davvero cattiva, e non sa che da lì a poco diventerà il doppiato che più ha inciso nella storia.
Tre monoposto disposte a fila indiana: Zonta, Shumacher, Hakkinen. Il Kaiser si sdoppia per primo a sinistra in modo da avere la miglior traiettoria per inserire al meglio la sua F1-2000 a Les Combes.

Il finlandese dopo aver perso il vantaggio aereodinamico offertogli dall’avversario decide di seguire Zonta in modo da poter guadagnare quanti più km/h di velocità massima sfruttando la scia dell’inerme doppiato. Quel che non ci si aspetta però è il suo scartare a destra nella fase di doppiaggio, quindi l’opposto della vettura di Maranello, che però paga!
Sorpassa la BAR e a quanto pare quel briciolo di scia in più è servito. Recupera quei metri sufficienti per mettere il suo alettone anteriore all’altezza degli pneumatici anteriori di Schumacher, non ancora davanti, certo, ma ora il tedesco non può costringerlo ai limiti della pista, quindi zitto e muto arrivato alla staccata è costretto a cedere la posizione al nostro amato Mika, forte di una poderosa staccata e della traiettoria interna favorevole, subendo così quello che viene ricordato da molti storici “il sorpasso più bello che la Formula uno e tutto il Motorsport abbiano mai assistito”.

Hakkinen, una volta agguantata la prima posizione continua per qualche giro e vince, ma a questo punto vien quasi da dire: “e chi se ne frega, è solo il coronamento di un sorpasso perfetto”.
Dopo una lotta così ferrata chissà come saranno carichi di adrenalina, vien da pensare, invece guardando i video del dopogara sorprende quell’immagine che ha segnato la storia di un Hakkinen quasi non consapevole di ciò che ha fatto, mentre simula con le mani la preparazione del sorpasso spiegando la dinamica dello stesso ad un più che pacato Schumacher.

Chi vi scrive ha Hakkinen come pilota preferito di tutti i tempi, eppure per quanto sia stato
studiato non riesco a vedere questo come il sorpasso più spettacolare di sempre, tant’è che
secondo la mia personalissima opinione questo titolo se lo aggiudica il sorpasso di traverso in staccata in Ungheria di Piquet ai danni di Senna nell’86’. Questo se parliamo di spettacolo.
SPA 2000 invece è studio, è strategia, è preparazione, cuore e freddezza al tempo stesso. Bellissimo sorpasso, senza ombra di dubbio, forse però, fin troppo perfetto, fatto di tecnica e intuito piuttosto che di battaglia nuda e cruda che tanto bramiamo in questa Formula Uno moderna.
Articolo: Lucio Fauceglia
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